Gli svolazzi pittorici o fluorishing
Gli svolazzi pittorici o figurativi (per gli amanti dei termini anglofoni il cosiddetto “fluorishing”), non sono figli del corsivo americano Spencerian come spesso si sente dire poiché Platt Rogers Spencer, da cui prende il nome il corsivo, nasce solo nel 1800.
Questa tipologia di svolazzi cominciano invece a comparire contemporaneamente alla Cancelleresca Cresciana o Bastarda (o Italian Hand, sempre per gli amanti dei termini anglofoni) ed ha avuto origine in Europa verso la fine del XVI secolo e non negli Stati Uniti.
Gli americani nel XIX secolo invece,hanno affinato questa tecnica fino a farla diventare una vera e propria arte pittorico-calligrafica come dimostrano i numerosi esempi da cui tuttora traggono ispirazione i calligrafi di tutto il mondo. Ma andiamo per ordine.
Cosa sono gli svolazzi pittorici o fluorishing?
Sono dei disegni realizzati interamente a penna (di volatile prima e con pennino metallico dopo la rivoluzione industriale), attraverso l’uso di volute, spirali, linee curve e/o sinuosamente allungate, dallo spessore variabile.
Con questa tecnica sono stati disegnati cornici floreali, animali, paesaggi, cherubini, personaggi ma soprattutto uccelli.
Per ottenere grafismi di questo genere, occorre dunque avere, oltre ad una magistrale abilità nell’uso dello strumento scrittorio, anche delle notevoli capacità grafico-pittoriche.
L’origine degli svolazzi
Gli svolazzi sono ampi tratti di penna utilizzati per la prima volta dai maestri calligrafi rinascimentali della scrittura Cancelleresca, come ornamento del testo. Gli svolazzi dunque nascono con la punta tronca e non con quella sottile come si è soliti pensare.
Inizialmente sono le aste delle lettere ad essere allungate o tirate e, questi tratti prendono il nome di svolazzi.
Tutti i manuali dell’epoca riportano almeno un alfabeto maiuscolo e minuscolo con numerose varianti di lettere dovute proprio al diverso utilizzo degli svolazzi.
In brevissimo tempo, a questi ampi tratti di penna si aggiungono dei veri e propri ornamenti che hanno come base il nodo “infinito” (o simbolo dell’infinito) e successivamente compaiono le spirali. Gli svolazzi si arricchiscono e si espandono anche al di fuori del testo diventando, in qualche caso, delle vere e proprie cornici decorative.
Alfabeto della scrittura Cancelleresca, a sinistra, Giovanni Battista Palatino, 1540; a destra, Juan de Yciar, 1548
La Cancelleresca Cresciana o Bastarda italiana
Giovanni Francesco Cresci fu sicuramente un amanuense dotato di grande abilità ma la sua fama è dovuta soprattutto ai trattati teorico-pratici sulla scrittura. Per questo, la sua tipizzazione cancelleresca ebbe un’enorme diffusione in Italia e in tutto il mondo.
Pubblica il suo primo manuale nel 1560 e l’ultimo, postumo a cura del figlio, nel 1622 come descritto nell’articolo La Cancelleresca cresciana dove è possibile osservare le sostanziali differenze tra le scritture del primo manuale e quelle presenti nell’ultimo.
Questa scrittura si diffuse molto presto in tutta Europa e poi nel resto del mondo e con essa anche l’uso degli svolazzi che diventarono, col tempo, sempre più audaci e complessi.
Pare, ma di questo non ho trovato riscontro, che Cresci inventò anche un nuovo modo di temperare la penna, in ogni caso la sua scrittura presentando un tratto piuttosto filiforme, indica chiaramente l’impiego di una punta piuttosto sottile.
Di seguito alcune immagini sull’uso degli svolazzi da parte di alcuni maestri calligrafi europei che hanno dedicato alla lettera bastarda italiana numerosi studi e approfondimenti, con risultati eccellenti e riconosciuti in tutto il mondo.
In ordine cronologico e partendo da sinistra: l’ungherese Georg Bocskay (1561) dal suo meraviglioso manoscritto Mira Calligraphiae Monumenta; il francese Guillaume Le Gangneur (1599); l’olandese Cornelis Dirckszoon Boissens (1605); il francese Lukas Materot (1608).
Cominciano a comparire i primi svolazzi pittorici
Non mi è noto chi realizzò i primi rudimentali svolazzi pittorici o figurativi, (rudimentali in realtà lo sono solo se confrontati con quelli realizzati ben due secoli dopo e probabilmente con punte metalliche) ma ci sono diversi manoscritti e trattati di scrittura che testimoniano inequivocabilmente la loro presenza tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600.
A destra, Pedro Diaz Morante (Spagna 1565 – †1636)
Manoscritto, scrittura cresciana o bastarda italiana con svolazzi pittorici
Di seguito alcune pagine con svolazzi pittorici del noto maestro calligrafo olandese Jan Van de Velde (1568 – †1623). Le sue opere calligrafiche e i suoi modelli di scrittura furono dati alla stampa nel 1604 e nel 1606.
Jan Van de Velde, 1605
Ed è un piacere per me poter condividere anche alcune pagine piuttosto rare da vedere, di un maestro calligrafo praticamente sconosciuto: Baldericus Van Horicke.
Non si hanno notizie certe su luogo e data di nascita, gli studiosi presumono sia nato intorno al 1580-1590, in una località non identificata e morì a Bruxelles il 25 luglio del 1643. Baldericus Van Horicke ha, tra i maestri scrittori, la particolarità di averci trasmesso un numero considerevole di manoscritti (almeno una ventina, quasi tutti anonimi) ma di non aver stampato alcun libro di esempi, trattato o manuale che sia, e questo spiega il motivo per cui è rimasto sconosciuto.
Le spettacolari pagine che vi mostro nella prossima galleria, fanno parte del manoscritto Libro di esempi per il duca Wolfgang Wilhelm di Pfalz-Neuburg, datato 1632.
In ognuna di queste splendide pagine si possono ammirare diversi svolazzi pittorici: dalle semplici foglie agli animali da cortile e non solo, fino ad arrivare a mezzibusti, personaggi a figura intera e bambini .
Essendo un manoscritto, queste immagini tacitano immediatamente tutti coloro che insinuano che spesso gli svolazzi più complessi, che troviamo sui vari trattati storici, siano stati migliorati dall’incisore. In queste pagine è lampante la perfetta padronanza dello strumento scrittorio e la destrezza con cui viene utilizzato.
Manoscritto su carta datato 1632, dedica al duca Wolfgang Wilhelm von Pfalz-Neuburg. L’opera contiene 29 pagine ciascuna recante un esempio di scrittura in più lingue (francese, olandese, spagnolo, latino, italiano) con una decorazione prevalentemente animale.
Agostino Tensini, due pagine de Le meraviglie della penna conchiudenti in diversi modi di scrivere delineati, et intagliati, 1640
In Inghilterra troviamo degli esempi di svolazzi pittorici nelle opere di Edward Cocker (Inghilterra 1631 – †1676). Egli ha lavorato a Londra come incisore, insegnando scrittura e aritmetica. Scrisse anche poesie ed era un abile calligrafo con un notevole talento artistico.
Nel 1664 pubblicò Tutor to writing and arithmetick che conteneva 7 pagine di testo sulla calligrafia e 49 pagine sull’aritmetica. La sua opera più famosa, tuttavia, fu Cocker’s Arithmetick, che ebbe più di 100 edizioni in un periodo di circa 100 anni.
Edward Cocker, 1657
… si dilettava a ricamare i libri con creature fantastiche, uccelli esotici … i suoi nodi e svolazzi sono meravigliosi pezzi di esuberante calligrafia. (A. Heal)
In Francia Nicolas Duval, del quale si dice che abbia perfezionato la scrittura Bastarda italiana, pubblica numerosi trattati di scrittura proprio sulle scritture italiane e in particolare sulla Bastarda italiana o Cancelleresca cresciana, tra il 1670 e il 1719.
Nicolas Duval, Trésor des Nouvelles Escritures, 1677
L’olandese Ambrosius Perlingh (1657-†1718) è un maestro scrittore attivo ad Amsterdam. Dopo la sua morte, i suoi manuali restarono in circolazione per oltre dieci anni, come testimoniano gli annunci pubblicitari sull’Amsterdamsche Courant. Le tavole delle sue opere furono successivamente acquistate da diversi tipografi e librai che continuarono a ristamparle, tanto che alcuni volumi si potevano ancora trovare addirittura intorno al 1815, quindi ben oltre 100 anni dalla scomparsa del maestro.
Ambrosius Perlingh, 1693
Le varie opere inserite finora sono volutamente in ordine cronologico per sottolineare come, col passare degli anni, questa tecnica sia stata portata avanti da molti maestri calligrafi e come sia stata perfezionata nel tempo. (Fino a questo punto, le opere presentate sono state tutte realizzate con penna di volatile).
Anche nel XVIII secolo i maestri calligrafi continuarono a creare svolazzi pittorici poiché in realtà questa tecnica non è mai scomparsa del tutto me è negli Stati Uniti, a partire dalla seconda metà del 1800 (utilizzando presumibilmente punte metalliche), che raggiunge livelli di perfezione, dettaglio, raffinatezza ed eleganza senza precedenti, come mostrano le prossime immagini, sicuramente note, dei maestri Clinton Clark, Thomas Hill e altri.
Clinton H. Clark (New York 1864 – †1937)
Thomas E. Hill (1832 – †1915)
Haley Collection
Thomas Whittenburg, 1931
M. Kelckner, 1944
Svolazzi contemporanei
Stan Huang
Gli svolazzi pittorici dei maestri calligrafi americani del XIX secolo, sono certamente quelli più noti e finora anche quelli più emulati ma c’è anche chi ha osato fare qualcosa di nuovo come dimostra questo giovane artista che ha trovato il modo di coniugare la tradizione calligrafica dello svolazzo (pittorico e non), con la sua personale espressione artistica: Jake Weidmann, artista professionista, è uno degli undici Master Penman certificati al mondo, il più giovane in assoluto ad aver conseguito questo titolo nel 2011.
Jake Weidmann e alcune delle sue opere più note
E dopo queste meravigliose immagini sugli svolazzi pittorici contemporanei, non mi resta che salutarvi fino al prossimo approfondimento, ringraziando tutti coloro che continuano a seguire il mio diario in rete (o blog). Siete inaspettatamente tantissimi, grazie di cuore a tutti!