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Carta colorata della Fabbrica dell’antica Ditta cantante
Carlo Bertinazzi e Nipote
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Mi sono imbattuta un po’ per caso, in questo straordinario campionario di carte decorate databile intorno alla seconda metà del 1700 e non potevo non condividerlo. Contiene ben 1205 campioni!
Il volume, poco più piccolo del formato A4 (cm 28,55×20,2), ha i campioni incollati sulla pagina (quelli colorati da entrambe i lati sono incollati solo sul margine) disposti su due colonne e sono numerati a mano all’interno di ogni sezione.
Stampata a colori in formato comune
All’epoca le carte decorate avevano molteplici usi: venivano usate per rilegare i libri, avvolgere mazzi di fiori, per il retro delle carte da gioco, per le pareti delle abitazioni, per rivestire mobili, scatole e tanto altro.
Marmo semplice al naturale
Un campionario di questo genere è piuttosto raro, perché concepito per un uso pratico e quotidiano e non per essere conservato, tanto più che fino a pochi anni fa, le carte decorate non erano considerate un granché: anche se sono state prodotte sin dall’invenzione della stampa a caratteri mobili (metà XV secolo), venivano utilizzate in legatoria come carte di guardia nelle legature più preziose e come copertine solo per nobilitare quelle più modeste.
Queste meravigliose carte invece venivano stampate xilograficamente, in alcuni casi con l’aggiunta successiva di dettagli eseguiti a pennello con un secondo colore oppure stampate in monocromo, aggiungendo manualmente più colori attraverso l’ausilio di mascherine.
Un aspetto singolare è lo stretto legame che esiste tra la decorazione della carta e l’industria tessile per cui se i disegni in grande formato venivano ideati per l’arredo e per le stoffe da parati, i piccoli motivi disposti in seminato o in file parallele, venivano utilizzati sia per i tessuti ma soprattutto per le carte da legatoria. In Francia troviamo gli stessi piccoli motivi geometrici replicati, soprattutto quadrettini in bianco e nero o fiori, su carte denominate dominos (di cui parlerò in uno dei prossimi articoli), utilizzate più per rivestire mobili e pareti che per rilegare libri.
Come si stampa la carta, dal Dizionario Universale delle arti e dei mestieri, 1829
Per stampare la carta si utilizzano le tavole di legno dello stesso tipo di quelle utilizzate nella stampa tessile. Queste tavole, che hanno uno spessore di circa 54 mm, sono composte da tre legni incollati insieme in modo che le fibre siano opposte così da non deformarsi.
Due di queste tavole sono in pioppo, la terza è in legno di pero. È su quest’ultimo che i disegni sono incisi. Per dare rilievo al motivo decorativo, si ha bisogno di tante tavole diverse per quanti sono non solo i colori ma anche le diverse tonalità di questi stessi colori.
Per fare una rosa, ad esempio, sono necessari tre rossi, uno più scuro dell’altro, un bianco per i toni chiari, due e talvolta tre verdi per le foglie e due color legno per gli steli.
Quindi in totale sono spesso necessarie dodici tavole per una rosa.
Le tavole recano segni, uno su un angolo, l’altro sull’altro e sono disposti con tale precisione che i segni anteriori sono posizionati esattamente sui segni posteriori e in questo modo il disegno può essere ripetuto.
(Dizionario universale delle arti e dei mestieri, 1829)
Tartarugata in forma comune
Nel corso dei secoli la decorazione delle carte xilografate si è raffinata includendo i motivi più vari e dalle semplici geometrie del XVII secolo, sia in Francia ma anche in Italia, si aggiungono decorazioni ispirate al mondo vegetale.
In Europa esplode la moda del papier peint, e anche in Italia giungono le novità e si cominciano a produrre carte decorate di ogni tipo, marmorizzate, dorate, goffrate, xilografate, a colla, ecc. Carlo Bertinazzi, come dimostra in parte questo campionario, intravede le grandi potenzialità della carta decorata e nel corso della sua vita, le produce in tutte le tipologie.
A tralucchi sopraffina
Piccola nota biografica di Carlo Vittorio Bertinazzi
Carlo Vittorio Bertinazzi (1731-1801), originario di Torino, verso la metà del Settecento raggiunge a Parigi lo zio Carlo Antonio Bertinazzi detto Carlino (1710-1783), che era nella capitale francese dal 1741 ed era ormai diventato una celebrità come attore della Commedia dell’arte nelle vesti di Arlecchino.
A Parigi Carlo Vittorio apprende l’arte della tipografia e, soprattutto, una novità d’oltralpe, allora molto in voga, quella dei papiers peints.
Nel 1760 si registra per la prima volta la sua presenza a Bologna nella bottega di Via Venezia 1749-1750, dove sarebbe rimasto tutta la vita. È quindi presumibile che la sua attività di stampatore sia iniziata quell’anno.
Alla sua morte, nel 1801, Carlo Bertinazzi lascia l’attività in mano al nipote Carlo Bruera, che la porterà avanti, adeguandosi ai cambiamenti di gusto dei decenni successivi, fino alla metà del XIX secolo.
Adamascata in forma comune
Vi lascio alla visione di alcune pagine di questo splendido campionario (che sono ingrandibili), qualche altro dettaglio e l’elenco delle categorie delle carte decorate che hanno dei nomi in alcuni casi davvero singolari. Buona visione!
A drappo operato
Stampata a colori in forma comune
A drappo operato e a tul ricamato
A porfido sopraffino
A radica di legno al naturale sopraffino
Nomenclatura delle carte presenti nel catalogo
- adamascate
- a drapo
- alla brochure
- a colori lisci
- a radica naturale
- a radica tinta
- a finto sasso
- a legno venato
- sbruffata
- a macchia di leopardo
- a pelle venata
- a pelle variegata
- tartaruga
- macchia grande a pelle
- sgrinate
- stampate in forma leona sopraffina
- stampate sopraffine in carta di forma comune vellina
- stampate sopraffine in fondo colorato
- a legno sopraffino venato
- a macchia di legno e venato al naturale
- a radica di legno
- a tralucchi sopraffina
- colorate da due parti per fiori
- a drapo operato
- a tul ricamato
- a pizzo con ricamo
- marmoreggiato
- con cola a pieno lustro
- a porfido sopraffino
- a marmo semplice al naturale
- sagrinate a gouffre in diversi colori
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Stampata in forma leona sopraffina
Stampata sopraffina in carta comune vellina
Mi complimento con Anna Ornella Dell’Acqua, per aver scoperto un libretto così prezioso della seconda metà del ‘700, contenente un ricchissimo campionario di carte decorate dagli usi molteplici.
Mi piacciono tutte: da quelle adamascate, a drappo operato, a quelle a tul ricamato, impalpabili
e leggere…ove si nota lo stretto legame tra la decorazione della carta e la produzione tessile.
Molto interessante anche il video, ove la carta sfumata nei vari colori pastello sembra danzare nell’acqua.
Complimenti ancora e un caro saluto
Rosella
Ti ringrazio moltissimo Rosella per le belle parole, sono un incentivo a continuare a condividere le mie piccole scoperte. Sono felice che ti siano piaciute, io le adoro. Un caro saluto e a presto, Anna
Una meraviglia!
È vero! Non mi stanco mai di guardarlo 🙂