Un piccolo campionario creato riciclando i ritagli di lavorazione
In quest’ultimo periodo, grazie alla reclusione forzata a cui tutti siamo costretti a causa del COVID 19, ho realizzato diversi quaderni, taccuini e copertine di libri utilizzando le carte che decoro.
Per chi ha dimestichezza con questo tipo di lavori, sa benissimo che gli scarti di lavorazione sono tantissimi. In più avendo sperimentato colori, supporti e medium diversi, ho sentito la necessità di prendere degli “appunti” affinché avessi memoria dei risultati ottenuti nelle varie sperimentazioni.
Infine volevo un campionario da poter aggiornare continuamente, visto e considerato che ho delle carte decorate non ancora utilizzate e altre già in programmazione.
È una sorta di libricino a soffietto (o leporello) con due copertine rigide, volutamente senza dorso così da poter aggiungere altre pagine in qualsiasi momento.
Le pagine interne sono ritagli di calcografie, realizzate qualche anno fa su carta Alcantara da 300 gr, piegati in 4 e cuciti tra loro.
La chiusura è realizzata con dei semplici nastri inseriti nei piatti di copertina;
mentre ritagli di tela da legatoria fungono da fascetta per fissare le pagine esterne alle copertine.
La carta di rivestimento delle copertine merita invece un piccolo approfondimento. È una carta giapponese da 95 gr, la tecnica di decorazione, come facilmente intuibile, è a colla con la base in metilcellulosa e colorata con inchiostro sumi.
È una carta che nonostante la leggerezza ha retto perfettamente questo tipo di decorazione e una volta asciutta era perfettamente piatta.
Se vi è venuta voglia di sperimentare questa tecnica decorativa, pubblicherò a breve un tutorial con alcuni cenni storici, ricetta e modalità di preparazione. Buona visione!