La marmorizzatura
È una tecnica artigianale di decorazione della carta che si esegue disponendo macchie di colore sulla superficie di un liquido colloso e consiste nel riprodurre su foglio, forma e colore tipici dei marmi, da cui il nome, e più in generale di elementi presenti in natura.
Copertina in carta marmorizzata policroma del genere peigné ondulé.
Dorso rinforzato con un lembo cartaceo blu provvisto di tratti diagonali neri e grigi. Angoli ricurvi. Le caratteristiche del volume e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura al primo quarto deal secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia.
Per ottenere la carta marmorizzata si utilizza dunque una vasca, della grandezza idonea al foglio di carta che vogliamo decorare, in cui si versa acqua e una sostanza addensante.
La carta marmorizzata veniva realizzata in antichità con licheni marini (o lichene d’Irlanda: si bolle il lichene marino in acqua e si filtra la soluzione ottenuta).
Le ricette comunque sono tante, tutte reperibili sul web, e prevedono sostanze collose diverse: dalla gomma adragante, gomma arabica, fino alla più moderna metilcellulosa (colla da parati).
Sopra questa soluzione si lasciano cadere i colori (generalmente a olio* ma si adoperano anche tempere, chine, acrilici e inchiostri tipografici) e intercalando, in alcuni casi, piccolissime dosi di fiele di bue che serve per spandere e tenere separati i colori lasciando visibile alla fine, il fondo cartaceo.
Come si creano queste magnifiche texture
Il metodo della marmorizzatura si basa quindi sul fatto che il colore galleggiando sulla superficie di un liquido colloso, può essere modellato con l’ausilio di bastoncini, pettini e altri utensili creando le forme desiderate.
Nel momento in cui il decoro è completo viene trasposto su carta adagiando delicatamente il foglio sul pelo dell’acqua. In questo modo l’intera decorazione viene assorbita dalla carta.
Si solleva poi il foglio facendolo scivolare sul bordo della vasca (o su una stecca) per eliminare l’eccesso di colore e colla; si lascia riposare per un po’ e infine viene steso ad asciugare.
Carte di guardia (o sguardie)
in carta marmorizzata a occhio di pavone, 1735
Si possono ottenere carte marmorizzate monocrome e policrome e molteplici tipologie di decorazione che si possono raggruppare in due principali categorie:
- marmorizzato semplice (o caillouté) con macchie irregolari globose, da cui derivano diversi tipi di decoro che prendono il nome di venati, granito, marmo, agata, pietra, onda, occhio di tigre, ecc.;
- marmorizzato pettinato, la cui caratteristica consiste nel tirare con un bastoncino, i colori spruzzati sul bagno colloso e lavorarli con pettini, generalmente di metallo e di diverse misure, che trascinati in vario modo consentono di ottenere motivi pettinati dritti, ondulati, a conchiglia, a coda di pavone, a foglia di quercia e così via.
Carte marmorizzate antiche: da sinistra, carta marmorizzata pettinata policroma e carta marmorizzata monocroma; in basso: copertina in carta marmorizzata policroma con dorso in pelle
Le origini
I riferimenti a questo tipo di tecnica sono tanti e molto antichi pur non avendo più i relativi esemplari.
In Cina ad esempio, sono attestate carte decorate, eseguite con colori in sospensione su acqua, nel VI secolo; il più antico frammento del genere giunto fino a noi però, è giapponese: conservato a Kyoto e risale al 1118.
Il procedimento tecnico, chiamato in giapponese suminagashi (inchiostro che fluttua sull’acqua), è tanto semplice ed efficace da essere rimasto invariato nel tempo.
Attraverso l’India e la Persia queste carte giungono in Turchia, dove la tecnica di lavorazione (denominata Ebru), si evolve, poiché gli artigiani turchi rendono gelatinoso il liquido di supporto, migliorando il risultato. Con l’aggiunta di gomma adragante, ottenuta da piante della specie degli astragali, l’acqua assume infatti, una consistenza gelatinosa che offre maggiore stabilità al colore.
È proprio con il nome di carte turche (così figurano nei cataloghi di vendita dei Remondini per l’anno 1762) che le carte marmorizzate conquistarono, dal Seicento, il favore dell’Europa, dove sono inizialmente utilizzate per farne fogli sui quali scrivere, come in tutto l’Oriente, e poi per la legatura.
Testo in arabo su carta, calligrafia rayhan con marcatori testuali in forma di rondelle rosse su carta marmorizzata (Ebru) policroma; cm 26,50 x 36,50
Curiosamente, questa tecnica orientale viene conosciuta prima in Francia che a Venezia, nonostante vanti intensi rapporti commerciali con la Turchia: in effetti sembra probabile che a Venezia si conoscesse il manufatto e non le tecniche per produrlo. Benché i primi a produrre questo tipo di carte in Europa siano stati i tedeschi e gli olandesi, è la Francia che se ne arrogò la paternità, tanto che nei cataloghi di fine Ottocento, vengono indicate come carte francesi.
Macé Ruette, legatore di Luigi XIII attivo dal 1603 al 1637, fu il primo ad usarle come fogli di guardia e gli è stata attribuita l’invenzione della carta marmorizzata a pettine e della marmorizzazione dei tagli dei libri.
Copertina in carta marmorizzata policroma, 1768
Antica copertina in carta marmorizzata policroma
Le carte marmorizzate si affermano dunque con grande successo in tutta Europa a partire dagli ultimi decenni del Seicento.
I colori più usati erano rosso, blu, ocra, verde e nero, ricavati rispettivamente da legno del Brasile, indaco, orpimento, blu e giallo mischiati insieme, nerofumo.
Copertina in carta marmorizzata policroma, 1875;
in basso a destra: Copertina in carta marmorizzata policroma, 1870
Talmente belle da essere riprodotte in stampa
Già nel corso del ‘700 si cominciano però a riprodurre xilograficamente come dimostrano alcuni rari campionari. Nell’articolo Antico campionario di carte decorate del ‘700 si possono visualizzare diversi campioni sotto la voce Marmoreggiata in forma comune ma l’attività produttiva artigianale rimane comunque molto presente in tutti i paesi europei e, nel XIX secolo, la fabbricazione industriale dei colori ha di fatto consentito nuove sperimentazioni tecniche e una maggiore varietà di decori.
Col passare del tempo però, le tecniche di stampa si sono affinate producendo carte molto simili a quelle artigianali e ciò ha portato inevitabilmente ad una lenta e progressiva diminuzione della produzione di carte marmorizzate artigianali.
Nel XX secolo tuttavia, sono tornate ad essere apprezzate sulla scia delle attività promosse da William Morris (e dal movimento Arts and Crafts) che, come sappiamo, considerava l’artigianato la vera espressione del lavoro dell’uomo e dei suoi bisogni, disprezzando invece la pessima qualità dei prodotti industriali. E oggi continuano ad esserci piccoli artigiani (ma grandi nella loro opera) che continuano a produrla grazie alla riscoperta di attività artigianali come il cartonaggio.
La marmorizzatura è una tecnica affascinante che richiede una manualità straordinaria e garantisce l’unicità dei pezzi creati poiché sono talmente tante le variabili che intervengono durante la lavorazione che sarebbe impossibile produrre due fogli uguali.
Deianira, carta marmorizzata realizzata a mano
Carta di guardia marmorizzata policroma a marmo, 1783
Carta di guardia marmorizzata policroma a occhio di pavone (o a chiocciola),
Spagna, 1776
Carta di guardia marmorizzata policroma a occhio di pavone (o a chiocciola),
Londra, 1843