In apertura uno splendido esempio di manoscritto membranaceo del XV secolo, in scrittura umanistica (foto AOD);
di seguito un video con numerosi Capilettera, margini splendidamente decorati e miniature
Il capolettera è la prima lettera della prima parola, della prima riga di un testo.
Per i manoscritti antichi si indica spesso con il termine iniziale e talvolta con quello creato nel XIX secolo in area anglosassone di versale.
I primi esempi, ad oggi conosciuti, risalgono a manoscritti del IV secolo d.C. quando ancora non era in uso l’abitudine di spaziare tra loro le parole, le frasi e i paragrafi.
Gratianus De Clusius, XII secolo, capolettera centrale e una serie di Iniziali rubricate (foto AOD)
Il capolettera dunque, o più in generale l’insieme delle iniziali, era funzionale alla lettura: gli scribi lo usavano proprio per interrompere la continuità del testo scritto, indicando con esso il punto di inizio di una nuova sezione logica.
Con il passar del tempo, cominciarono a colorarlo per metterlo in evidenza (spesso con il rosso minio da cui deriva il termine “miniare”) e infine iniziarono a decorarlo con figure che richiamassero il contenuto del testo che sarebbe seguito.
Manoscritti in esposizione all’Abbazia di Montecassino (foto AOD)
L’uso delle iniziali divenne sempre meno funzionale e più decorativo, con il consolidarsi dell’uso delle spaziature in epoca carolingia.
Nel medioevo comunque la decorazione delle iniziali nei libri di pregio, soprattutto religiosi, diventò una vera e propria arte, quella della Miniatura. Le decorazioni escono dai capilettere e cominciano dapprima a invadere i margini della pagina e successivamente a coprirla completamente.
Manoscritto membranaceo, prima metà del XV secolo,
scrittura Textualis fortemente caratterizzata in senso gotico (foto AOD)
Per molti secoli il capolettera è stato protagonista assoluto del corredo figurativo del manoscritto, pur essendo molto spesso, parte integrante della comunicazione.
Ma con l’introduzione della stampa a caratteri mobili, il suo l’uso fu ridotto sempre più al minimo. All’inizio per l’enorme complessità di riprodurne le decorazioni e con il tempo perché venne a modificarsi radicalmente il concetto stesso di libro.
Oggi l’uso del capolettera è praticamente limitato a certificati e diplomi nonostante l’introduzione della composizione e stampa digitale che consentirebbero una enorme libertà d’impaginazione e riproduzione.
Per chi volesse approfondire ulteriormente, segnalo questo bellissimo video della nota designer Elif Ayiter, docente presso la Sabanci University, dove illustra la storia dei manoscritti illuminati, le prime meravigliose realizzazioni di design del medioevo e un articolo molto interessante: L’ Iniziale, pubblicato da Manusilenti.
Di seguito troverte alcuni capilettera che ho avuto il piacere di vedere da vicino, visitando l’Abbazia di Montecassino qualche anno fa e altri musei. Invece qui troverete alcuni esempi di capilettera che ho creato per il Laboratorio di scrittura Cancelleresca di quest’anno.
Buona visione!
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Manoscritti in esposizione all’Abbazia di Montecassino, dettaglio dell’iniziale S (foto AOD)
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Manoscritti in esposizione all’Abbazia di Montecassino, dettaglio dell’iniziale E (foto AOD)
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Manoscritto musicale in esposizione all’Abbazia di Montecassino, dettaglio dell’iniziale R (foto AOD)
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Manoscritto musicale in esposizione all’Abbazia di Montecassino (foto AOD)