Il capolettera nei manoscritti – Illuminato

Con il termine illuminare si indica la presenza di foglia oro nella ornamentazione mentre in passato si intendeva l’insieme di tutti gli elementi decorativi e le eventuali rappresentazioni pittoriche che oggi viene definito con il termine miniare.
Dettaglio di pagina manoscritta con un capolettera H dorato al cui interno vi è una Madonna con bambino

In apertuta, capolettera H istoriato e illuminato: apocalittica Madonna con Bambino;
Libro d’Ore noto come Van Alphen Hours, manoscritto pergamenaceo olandese del 1450 ca.; cm 11×14,5; The Walters Art Museum, Baltimora, USA

In antichità con il termine illuminare, usato per il capolettera ma anche più genericamente per il manoscritto, si intendeva l’insieme di tutti gli elementi decorativi e le eventuali rappresentazioni pittoriche che concorrevano alla loro ornamentazione. Successivamente è stato introdotto il termine miniare per definire il concetto appena espresso mentre illuminare è rimasto per indicare esclusivamente la doratura.
Tuttavia in molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, si continua ad utilizzare tuttora il termine illuminare come in antichità.

Un capolettera si definisce illuminato quando tra le tecniche decorative vi è la presenza di oro (conchiglia o in foglia).

La doratura è una tecnica per la messa in opera, per così dire, della foglia oro che ha la particolarità, a differenza degli altri metalli, di non ossidarsi. Per questo motivo l’oro è stato considerato per molti secoli, simbolo di immortalità e quindi del divino.

L’oro poteva essere applicato a pennello (il cosiddetto oro conchiglia), dopo essere stato polverizzato e miscelato con opportuni leganti, oppure in sottilissimi fogli rigorosamente battuti a mano con un procedimento lungo e laborioso.
In quest’ultimo caso occorreva una particolare preparazione della pergamena e, dalle numerose testimonianze e ricette presenti negli antichi trattati, si deduce che i metodi per dorare a foglia, in realtà erano molteplici. Alla base di ciascuno comunque, vi era la presenza di una sostanza adesiva tra cui spiccano la chiara d’uovo e varie colle, ricavate per lo più da ritagli di pelli animali, che servivano proprio a far aderire la foglia oro al supporto pergamenaceo.

Capilettera illuminati; Biblia (conosciuta come la seconda Bibbia di Carlo il Calvo), manoscritto pergamenaceo in latino del 871-877 d.C.; scrittura Onciale, Semionciale e Minuscola Carolina; Scuola franco-insulare (o franco-sassone); cm 33,5×43; Abbazia di Saint-Amand-en-Pévèle (Francia)

Il Salterio di St. Albans è uno dei salteri manoscritti più importanti e più riccamente decorati e nel contempo uno dei codici più preziosi della miniatura inglese.
Commissionato probabilmente da Geoffrey di Porham, abate di St. Albans, per Cristina di Markyate che aveva deciso di dedicare la propria vita a Dio, il codice (comprendente 150 salmi latini, la Vita di Sant’Alessio e una lettera di papa Gregorio Magno) racchiude un ciclo di 42 miniature, opera dell’artista conosciuto come Alexis Master, che rappresentano il più antico esempio conservato, di pittura libraria del romanico inglese con ben 214 Iniziali istoriate illuminate.

Capilettera istoriati e illuminati; Salterio di St. Albans, manoscritto pergamenaceo inglese del 1120 ca.; cm 19×27,7; Dombibliothek, Hildesheim, Germania

Capilettera illuminati; Bibbia, manoscritto pergamenaceo in latino del 1150 ca.; Biblioteca Nazionale di Francia

Nell’immagine a lato possiamo notare due ritagli di tessuto posti sulla sommità dei due capilettera maggiori. Questi tessuti, generalmente di lino, sono stati cuciti (vedi dettaglio in alto) sul foglio pergamenaceo a protezione della doratura delle Iniziali. Praticamente sono delle piccole tendine, a volte sagomate, spesso bianche ma ne esistono anche di verdi e rosse come nel caso del Salterio di Polling del 1235 che potrete vedere più in basso.

Capilettera illuminati; Bibbia, manoscritto pergamenaceo in latino del 1150-1200; Biblioteca Nazionale di Francia

Capilettera illuminati; Pietro Lombardo, sul Salterio, manoscritto pergamenaceo in latino del 1150 ca.; cm 31×40,5; Biblioteca Nazionale di Francia

Un’altra Bibbia riccamente decorata, denominata Marchiens, la cui gerarchia decorativa è diversificata sia per dimensione che per tipologia, presenta un aspetto molto interessante in quanto vi sono alcuni fogli con capilettera non completati che ci permettono di capire la metodologia usata per la decorazione. Le pagine venivano attentamente progettate, quindi manoscritte lasciando spazi ben definiti per la rubricatura e per i capilettera. Le lettere venivano tracciate con l’inchiostro, poi illuminate e dipinte e nelle ultime immagini è chiaramente visibile parte della base in argilla (bolo) per la posa della foglia oro.

Dall’alto, capolettera: A disegnato ad inchiostro e A araberscato, E disegnato ad inchiostro, U zoomorfo illuminato, E fitozoomorfo, T, T, C e relativi dettagli, non completati;
Bibbia Marchiens, manoscritto pergmenaceo in latino del 1150 ca.; cm 35×50,5; Abbazia di Sainte-Rictrude, Francia

Capilettera illuminati; capilettera minori arabescati e arabescati illuminati; Petrus Lombardus, Collectanea in epistolas Pauli, manoscritto pergamenaceo in latino del 1160-80; cm 24,5×32,5; Biblioteca Nazionale di Francia

Il Salterio Cacciatore, di cui possiamo vedere alcune immagini in basso, è un manoscritto miniato che si pensa sia stato prodotto in Inghilterra nel 1170 circa. È considerato il più grande tesoro della magnifica biblioteca di libri e manoscritti di William Hunter (1718-83).
Questo manoscritto è una copia della versione Gallicanum del testo della Vulgata. È diviso in dieci parti e, come nel caso della maggior parte dei salteri miniati, vi sono iniziali ornate particolarmente grandi ed elaborate che si trovano nelle divisioni principali.

Capilettera illuminati; Salterio Cacciatore, manoscritto pergamenaceo inglese del 1170 ca.; University of Glasgow, Regno Unito

Capilettera illuminati; manoscritto (senza titolo) pergamenaceo in latino del 1175 ca.; Abbazia Saint-Victor, Parigi

Capilettera illuminati; Salterio di Polling, manoscritto pergamenaceo tedesco, in latino, del 1235; Bayerische Staatsbibliothek, Germania

Capilettera filigranati e illuminati; Senecae varia opera philosophica, manoscritto pergamenaceo in latino del 1275-1300; scrittura textualis; cm 21,5×31; Biblioteca Nazionale di Francia

Capilettera istoriati e illuminati; dall’alto, D: La sepoltura di Cristo (8 righe); E: La natività (11 righe); N: La Resurrezione (15 righe); Q: Re Davide in trono; Il dubbio di Tommaso (6 righe); S: Un apostolo con croce (9 righe); U: Ritratto dell’evangelista Matteo (12 righe);
Homilia, manoscritto pergamenaceo tedesco, in latino, del 1320 ca.; cm 20,3×30,5; Walters Art Museums, Baltimora, Stati Uniti

Capolettera D illuminato e istoriato; capolettera H illuminato e filigranato;
Graduale oesa, Proprium de tempore, pars hiemalis, manoscritto pergamenaceo in latino del 1330-35; cm 41,5×60; scrittura Textura; Aargauer Kantonsbibliothek, Svizzera

Capilettera illuminati; Vincent de Beauvais, Miroir historial, manoscritto pergamenaceo in francese del 1350 ca.; cm 27×38; Biblioteca Nazionale di Francia

Capilettera fitomorfi e illuminati; Flavius ​​​​Josephus, Antiquitates Judaicae, Rufinus aquileiensis interpres; manoscritto pergamenaceo in latino, scrittura italiana, 1430 ca.

Il prossimo Libro d’ore, olandese, è stato riccamente miniato dalla bottega del Maestro di Caterina di Cleves intorno al 1450. Il manoscritto manca ad oggi, di tutte le sue miniature a piena pagina, sebbene le otto iniziali istoriate sopravvissute parlino della sua originaria grandezza. La sua rilegatura nel XVII secolo comportò la perdita di diversi fogli e il riordino di molti dei testi.

Capilettera istoriati e illuminati; dall’alto: H, apocalittica Madonna con Bambino; H, il sudario con il volto di Cristo; H, Cristo Addolorato con Donatrice in preghiera; H, anime gettate nella bocca dell’inferno; M, Salvatore benedicente; M, due anime inginocchiate in preghiera nel Purgatorio;
Libro d’Ore noto come Van Alphen Hours, manoscritto pergamenaceo olandese del 1450 ca.; cm 11×14,5; The Walters Art Museum, Baltimora, USA

Capilettera illuminati con sfondo decorato a bianchi girari; Celsus, Aulus Cornelius: De medicina libri VIII, manoscritto pergamenaceo italiano, in latino, del 1465; scrittura Umanistica; cm 19,5×28,2; Bayerische Staatsbibliothek (Monaco)

Il manoscritto che segue fu commissionato dal Cancelliere di Provenza, Jean des Martins, signore di Puyloubier per la cappella dei santi apostoli Giacomo e Giovanni, da lui fondata presso la cattedrale di Aix-en-Provence. Contiene una gerarchia di capilettera notevole (6-5-4-3-2-1 righe) tra cui 27 iniziali istoriate e altre decorate con all’interno dei fiori, tutte rigorosamente illuminate.
Le miniature e le iniziali istoriate del messale sono attribuibili allo stesso artista, forse identificabile con Enguerrand Quarton.

Capilettera illuminati; Missale ad usum ecclesiae Aquensis, manoscritto pergamenaceo francese, in latino, del 1466; cm 27,6×36,6; Biblioteca Nazionale di Francia

Capolettera fitomorfi illuminati; Faits des Romains, aux armes de la famille Le Peley, manoscritto pergamenaceo in francese del 1480-1485, cm 30×40; Biblioteca Nazionale di Francia

Capilettera illuminati; San Girolamo, sui Salmi; manoscritto pergamenaceo in latino del 1488; Biblioteca Nazionale di Francia

Capolettera illuminato; Compilation faite en l’honneur de saint Denis, manoscritto pergamenaceo in francese,del 1500 ca.; Biblioteca Nazionale di Francia

Capilettera D, M, C, a catena o Cadeau e illuminati, D, L, fitomorfi e illuminati; Chants royaux du Puy Notre-Dame d’Amiens, manoscritto pergamenaceo in inglese del 1518, cm 38×56; Biblioteca Nazionale di Francia

Come già detto in uno dei precedenti articoli, anche dopo l’introduzione della stampa a caratteri mobili, alcuni committenti hanno continuato a richiedere la creazione di capilettera ornati in vari modi, pur avendo il testo stampato e non scritto a mano. Gli splendidi esempi che seguono sono proprio estrapolati da un volume stampato e successivamente illuminato e decorato.

Capilettera illuminati; Gradualis de tempore Ecclesiae Parisiensis, libro cartaceo del 1669; cm 57×80; miniato da Étienne Compardel; Biblioteca Nazionale di Francia

Capolettera N illuminato; Ad usum graduale e antifonale S. Ludovici domus regiae Versaliensis, libro del 1684 ca.

Capilettera illuminati; Liber epistolarum festorum annalium, manoscritto pergamenaceo in latino del 1751; cm 25×37,5; illuminato da Pierre-Paul Dubuisson (miniatore, incisore, rilegatore); Biblioteca Nazionale di Francia

E con queste luminose immagini concludo il ciclo di articoli dedicati alle varie tipologie di capilettera storici. È stata una ricerca lunga e meticolosa, a volte anche piuttosto snervante, per poter reperire immagini con una buona risoluzione e i relativi dati di riferimento ma tutto sommato credo che ne sia valsa la pena.
Ringrazio di cuore tutti coloro che, soprattutto in forma privata, con il loro apprezzamento mi hanno spronato a proseguire in questa lunga, lunghissima passeggiata tra queste magnifiche pagine che trasudano bellezza ma anche grande pazienza, duro lavoro, maestria e in molti casi vero ingegno.

Trovo molto bello il significato di Illuminare: [dal lat. illuminare, der. di lumenmĭnis «lume»] Rischiarare con luce propria per cui vi saluto con l’augurio che possiate illuminare la vostra vita sempre e comunque.



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2 pensieri su “Il capolettera nei manoscritti – Illuminato

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