In apertura: Capolettera M zoomorfo,
Sacramentario di Gellone, manoscritto latino di epoca carolingia
Capilettera I, Q, I, zoomorfi; Evangelia quattuor, manoscritto pergamenaceo in latino del 845-855; cm 24,5×32,5; Metz, Francia
Capilettera zoomorfi illuminati; Biblia (conosciuta come la seconda Bibbia di Carlo il Calvo), manoscritto pergamenaceo in latino del 871-877 d.C.; scrittura Onciale, Semionciale e Minuscola Carolina; Scuola franco-insulare (o franco-sassone); cm 33,5×43; Abbazia di Saint-Amand-en-Pévèle (Francia)
Iniziale B zoomorfa molto grande con uccello e pesce e un decoro ad intreccio, inchiostro rosso, verde e giallo; Psalterium Hebraicum, manoscritto pergamenaceo della prima metà del IX secolo; The British Library, Londra
Iniziale B zoomorfa; Salterio, manoscritto pergamenaceo realizzato nella seconda metà del IX secolo, probabilmente nella Francia settentrionale; St. Gallen, Svizzera
Capilettera P zoomorfi; Biblia Sancti Martialis Lemovicensis (pars. II), manoscritto pergamenaceo in latino datato X-XI secolo; cm 39×51
Capolettera S zoomorfo con grottesca
Nell’articolo Il Capolettera nei manoscritti – gerarchia decorativa e tipologie, abbiamo visto che inizialmente il capolettera veniva utilizzato quando non era ancora in uso la punteggiatura e fungeva da indicatore visivo per argomento o sezione di testo.
Dai vari studi codicologici effettuati, risulta che il passaggio dalla semplice Iniziale cromatica o decorata a quella zoomorfa avvenne proprio qui in Italia, in ambiente ravennate, intorno alla prima metà del VI secolo. In realtà agli inizi dello stesso secolo c’erano già stati degli accenni in tal senso ma si trattava di appendici grafiche che non interagivano con il tracciato della scrittura.
Nel codice ravennate invece, (contenente opere di S. Ambrogio) fa la sua comparsa, accanto a Iniziali con decorazione geometrica, una lettera d’incipit in cui è la forma stessa della lettera onciale a suggerire l’identificazione con la figura di un pesce e si tratta della lettera A.
Al momento risulta essere il primo esempio noto, nel libro medievale, di iniziale ornata per sostituzione con un’immagine. L’invenzione figurativa geniale è ad opera di un amanuense altomedievale suggestionato forse dalle rappresentazioni dell’arte paleocristiana. Invenzione destinata ad avere ben presto una straordinaria diffusione, prima nel mondo occidentale e poi, a partire dal IX secolo, in area bizantina.
In diversi manoscritti, sempre del VI secolo, ci sono numerose A onciali con l’asta sinistra costituita da un pesce, mentre la destra presenta decorazioni geometriche di riempimento.
Questo tipo di ornato, inizialmente esclusivo dell’Iniziale A, avrebbe interessato in seguito altre lettere della serie alfabetica come nella E per esempio, dove è il tratto centrale della lettera a essere sostituito da una figura di pesce.
Capilettera A, I, B, M zoomorfi; Psautiers mozarabiques, manoscritto pergamenaceo composto da due salteri antichi collegati tra loro, il primo della prima metà dell’XI secolo, il secondo della fine dell’XI secolo
Capilettera zoomorfi; Lezionario (per le diverse feste dell’anno a partire da Natale), manoscritto pergamenaceo in latino del XI secolo; scrittura visigota; Biblioteca Nazionale di Francia
La tipologia grafico-decorativa zoomorfa dall’area italiana, dove è ormai certo abbia avuto origine, si diffuse Oltralpe tramite dei libri di culto (soprattutto l’evangeliario), in un primo tempo in area insulare, poi negli scriptoria merovingi e visigoti, ed è testimoniata in esemplari manoscritti e miniati tra la fine del VII e l’VIII secolo.
A sinistra: Capolettera P zoomorfo con decorazione a grandi girari; La Bibbia di Arnstein; Manoscritto pergamenaceo in inglese del 1172; cm 37,5×54,5 (spazio testo: cm 26×40); British Museum;
a destra: Capolettera U zoomorfo con decorazione a grandi girari; Bibbia di Mazarine, manoscritto pergamenaceo in latino del XII secolo; 36,5×50,7; Bibliothèque Mazarine (Francia);
In alto: capolettera D zoomorfo e filigranato; in basso uno splendido monogramma PH in cui la lettera P è chiaramente fitomorfa mentre la lettera H è fitozoomorfa
In una serie di manoscritti confezionati in Francia tra la fine del VII secolo e l’ VIII, si sviluppò un fantasioso vocabolario figurativo zoomorfo e antropomorfo che talvolta, come nel caso del Sacramentario di Gellone, veniva a sovrapporsi all’intero sistema grafico, ai capilettera, alle lettere delle prime linee di testo, perfino alle notulae abbreviative.
Dal Sacramentario di Gellone, possiamo ammirare, nella prossima galleria e nell’immagine a lato, le ingegnose soluzioni creative, nella progettazione di capilettera maggiori e minori.
Capilettera zoomorfi; Sacramentario di Gellone, 780-800 d. C., manoscritto pergamenaceo in latino di epoca carolingia; 273 fogli; minuscolo misto con caratteri onciali; Biblioteca Nazionale di Francia
La totale fusione tra scrittura e immagine però, si realizzò tra i secoli VIII e IX negli scriptoria monastici di fondazione irlandese e in genere nella Francia merovingia, con la creazione di alfabeti ornamentali in cui viene meno, con la leggibilità, la funzione primaria della scrittura, facendo prevalere la componente visiva. Le forme organiche raffigurate (in prevalenza pesci, ma anche uccelli, animali fantastici e figure umane o parti di esse) sono sottoposte a loro volta a un processo di schematizzazione somigliante al segno scrittorio.
Questa tipologia di capolettera è stata usata in moltissimi manoscritti di ogni epoca, a partire dunque dal VI secolo e di seguito ne potete ammirare altri esemplari, molto diversi tra loro ma tutti splendidamente dipinti o disegnati, e dobbiamo considerare sempre, nonostante la grandezza delle immagini, che stiamo comunque parlando di miniature.
Per immaginare le dimensioni reali di questi piccoli capolavori bisogna sempre tener conto del numero di righe di testo che hanno a fianco ad eccezione, ovviamente, di quelli che occupano gran parte della pagina.
Capolettera A zoomorfo; Divinis officiis (De), manoscritto pergamenaceo in latino, XII secolo; Abbazia di Saint-Amand (Francia)
Il prossimo manoscritto, riccamente decorato, presenta capilettere di varie dimensioni, per lo più nei colori rosso, azzurro e verde. Alcuni di questi sono zoomorfi, come dimostrano i numerosi esempi successivi, ma nonostante questo, prevale l’aspetto arabescato per cui di fatto potremmo definirli zoomorfi arabescati.
Ricordo, a tal proposito, che non esiste una classificazione riconosciuta a livello internazionale e la suddivisione che suggerisco in questa serie di articoli sui capilettera, è strettamente grafico-decorativa.
Capilettera zoomorfi arabescati; Collectio canonum, manoscritto pergamenaceo francese, in latino, del XII secolo; cm 36×55; Abbazia di Saint-Martin de Tournai, Francia
Capilettera zoomorfi illuminati; Bibbia, manoscritto pergamenaceo in latino del 1150-1200; Biblioteca Nazionale di Francia
Capolettera S zoomorfo realizzato a penna con inchiostro bruno; Augustinus, Enarrationes in psalmos, manoscritto pergamenaceo in latino del 1143-1178; cm 29,5×40,8; Stiftsbibliothek, Engelberg, Svizzera
Iniziali C e U zoomorfe; Bibbia di Saint-Amand, manoscritto pergamenaceo del 1160 ca., cm 33,5×50,3; Abbazia di Saint Amand (Francia)
Capolettera S zoomorfo abitato e illuminato; Salterio di Ingeborg, manoscritto pergamenaceo francese del 1205 ca.; cm 21,9×31
Capilettera zoomorfi splendidamente decorati su fondo oro e infine una T zoomorfa abitata; Flavius Josephus, Antiquitates judaicae, manoscritto pergamenaceo in latino, XII secolo; Biblioteca Nazionale di Francia
Capolettera T zoomorfo istoriato. San Girolamo, XII secolo; Lione, Biblioteca Comunale.
Questo capolettera è molto interessante perché abbiamo al suo interno (e per questo motivo si dice Iniziale abitata o figurata), il monaco nell’atto di scrivere. Tra gli strumenti scrittori, a parte la penna e lo scrittoio portatile con calamaio (probabilmente in corno nero), c’è una sorta di pinza che regge il foglio di pergamena che è davvero insolita.
Capilettera zoomorfi; Breviarium secundum ordinem Cisterciencium, dit Bréviaire de Martin d’Aragon, manoscritto pergamenaceo in latino del 1380-1450; scrittura gotica; cm 25,2×35; Biblioteca Nazionale di Francia
Capolettera U fitozoomorfo istoriato; Missale ecclesiarum Glandavensis et Ebredunensis, manoscritto pergamenaceo in latino del 1420 ca.; cm 27×36,5; Biblioteca Nazionale di Francia
Capolettera S zoomorfo; Decretum Graziani, manoscritto pergamenaceo in latino, 1450 ca.; cm, 42,5×57; Biblioteca Nazionale di Francia
Capilettere D, B, D zoomorfi; Horae ad usum Parisiensem, manoscritto pergamenaceo in latino, 1480 ca., Biblioteca Nazionale di Francia
Capolettera R antropozoomorfo; Horae ad usum Parisiensem, manoscritto pergamenaceo in latino, 1490 ca.; Biblioteca Nazionale di Francia
Capilettere S, D, E, zoomorfi; Messale romano, manoscritto pergamenaceo in latino copiato nel 1492; Biblioteca Nazionale di Francia
Capilettera zoomorfi C, C, E, M, Q; Chants royaux du Puy Notre-Dame d’Amiens, manoscritto pergamenaceo in inglese del 1518, cm 38×56; Biblioteca Nazionale di Francia
Capilettera zoomorfi; Chansonnier, manoscritto cartaceo in latino del 1542, cm 28,3×22; Biblioteca municipale di Cambrai (Francia)
In questo stesso manoscritto si possono ammirare numerosissimi capilettera zoomorfi come quelli in alto, ma anche fitomorfi, antropomorfi e molti altri ibridi ossia fitozoomorfi e fitoantropozoomorfi, come negli esempi riportati in basso.
Infine non potevano mancare due splendidi esempi di capilettera zoomorfe abbinate alla scrittura Cancelleresca.
Capilettera M e S zoomorfi; Alfabeto di maiuscole ornamentali, 1592 di John Scottowe
E dopo questa lunghissima presentazione di capilettera zoomorfi di varie epoche e con stili molto differenti, non mi resta che salutarvi dandovi appuntamento al prossimo mese con un nuovo articolo su un’altra tipologia di capolettera.