Qualche giorno fa una ragazza mi ha chiesto come si distinguono i pennini da scrittura da quelli da disegno…
Ma i pennini sono gli stessi!
Il pennino metallico aveva, e ha tuttora, la stessa funzione della penna d’oca ossia quella di scrivere e ornare.
Antico manoscritto, Capolettera filigranato a penna
Come già detto nell’articolo sull’Evoluzione della scrittura nei secoli, fino alla prima metà del 1800 si usavano le penne d’oca e successivamente quelle di tacchino (animale nativo dell’America e quindi importato in Europa dopo i viaggi di Colombo) ma ci sono tracce di pennini metallici, soprattutto di oro e argento, anche nel Medioevo.
Ad onor del vero occorre dire che il pennino era comparso, se pur sporadicamente, anche nel medio evo e nell’evo moderno. Ad esempio, nel 1691 le religiose di Port Royal usavano pennini di rame che fabbricavano da sé. Nel 1717 i verbali degli stati generali dei Paesi Bassi, venivano redatti con pennini di forma tubolare in argento, montati su cilindri/penne anch’essi d’argento. Il 26/11/1738, Voltaire scrive a Thierot per fare una ordinazione di pennini d’oro. Nel 1763, la principessa di Carignano offre al piccolo Mozart pennini d’argento per il suo settimo compleanno…!
(Questa citazione faceva parte di un articolo che avevo trovato in rete ma che ora non è più disponibile)
Antico manoscritto, Capolettera filigranato
La nascita delle punte metalliche
Per secoli si è cercato di realizzare punte metalliche che potessero sostituire le penne di volatile in quanto, scrivendo, tendevano a sfaldarsi e a spuntarsi costringendo continuamente lo scrivano a rifare la punta.
La tecnologia dell’epoca però, non permetteva una lavorazione dei metalli che consentisse di realizzare con facilità i pennini, per cui venivano realizzati a mano, uno per uno, con costi elevatissimi e con risultati spesso non così eccezionali. Solo con la Rivoluzione industriale è stato possibile produrre in serie delle punte in grado di scrivere in modo fluente e con costi decisamente alla portata di… molti.
Scrittura Cancelleresca, ne […] la vera arte del eccellente scrivere,
Giovanni Antonio Tagliente ci spiega come doveva essere la penna d’oca…
dell’ala destra e possibilmente di oca selvatica!
Quanti modelli di pennino esistono?
Comunque anche se il pennino ha avuto vita breve (circa un secolo), prima dell’avvento della famigerata penna biro, gli industriali dell’epoca si sbizzarrirono a realizzarle in svariati modelli. Alcune fonti parlano di circa 10.000 modelli, altri addirittura di oltre 30.000!
Personalmente ho cominciato ad utilizzare i pennini per “disegnare” e devo dire che ogni punta ha il suo personale tratto, non ce n’è una uguale all’altra e spesso utilizzo tre o quattro punte diverse, nello stesso lavoro, proprio per le loro peculiarità.
Si possono ottenere tratti sottilissimi, curvi, morbidi, graffianti, spessi e sinuosi, ma bisogna considerare la pressione della mano che è diversa per ognuno di noi, la carta che si utilizza, il suo potere assorbente e la sua grana e non da ultimo la viscosità dell’inchiostro.
Insomma le variabili sono davvero tante e quindi non resta che provare finché non si trova il pennino giusto.
Il pennino Elettra, insieme ai due nella foto di apertura di questo articolo,
è quello che ho utilizzato di più nelle mie opere
I pennini quindi, a mio avviso, sono tutti da scrittura e da disegno, l’unica differenza è che alcuni sono più adatti di altri per certi tipi di scritture e la stessa cosa vale per le decorazioni e i disegni.
Ci sono punte che consentono dei tratti estremamente sottili, come l’Elettra N.2 che ha la capacità di trattenere una discreta quantità d’inchiostro senza correre il rischio di rilasciare la classica goccia ma nelle curve e nella scrittura tende a incespicare nella carta. La uso tantissimo per i tratteggi.
Deianira, Requie (particolare), inchiostro di china con pennino Elettra ed ecoline, cm 22×50
Si può disegnare anche con i pennini a punta tronca
Anche le punte tronche si utilizzano sia per scrivere che per disegnare, e lo dimostrano i numerosi manoscritti e trattati di scrittura che includono anche gli svolazzi pittorici.
Stessa cosa vale per le punte con l’estremità circolare o rettangolare e piegata in avanti come i modelli della Redis e della Sommerville presenti nella foto in alto.
Deianira, Simulacro pavoneggiante (particolare),
inchiostro di china rosso e nero (pennino Elettra e Redis Kertz 1146), cm 43×33
In conclusione
Per rispondere alla domanda iniziale, ribadisco che tutte le punte si utilizzano per scrivere e per disegnare, dobbiamo solo capire come e cosa vogliamo scrivere oppure come e cosa vogliamo disegnare e scegliere quelle più adatte.
Deianira, scrittura Cancelleresca (pennino Speedball serie C).
I pennini che uso abitualmente
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Negli anni ho collezionato una considerevole quantità di punte, tronche ma soprattutto sottili e ovviamente, nel tempo, provandole e confrontandole, ho acquisito le mie preferenze. Ovviamente non tutte si trovano in commercio, la maggior parte le ho acquistate anni fa nei mercatini di antiquariato e penso che mi possano bastare per le prossime due vite 🙂
Ma nonostante questo continuo a comprarne a volte semplicemente per provarle e altre perché mi servono come ad esempio i pennini Speedball serie C con cui abitualmente scrivo in Cancelleresca.
Tra quelli che uso ve ne segnalo qualcuno, tutti di ottima qualità:
Tre pennini Brause a punta sottile (mediamente morbidi)
- Ottimo per la scrittura corsiva di piccole dimensioni
- Può essere utilizzata su diversi supporti compresa la ceramica per apporre la propria firma
- Confezione da 3 pennini in una comoda scatola richiudibile
- Colore nero
Due pennini Speedball: HUNT 512 e 513 EF (morbido e rigido)
- Il 512 è ottimo per la scrittura corsiva di piccole dimensioni e gli ornamenti
- Il 513 è più idoneo per i disegni tecnici
- Possono essere comunque utilizzate entrambe per la scrittura e gli ornamenti
- Confezione da 2 pennini
- Colore argento
Brause 137B – Set per la scrittura e la calligrafia
- Il set comprende un portapennino in legno e 6 pennini:
- 3 pennini a punta tronca Bandzug da 3 mm, 2 mm e 1 mm;
- 3 pennini a punta sottile: Pfannen consigliato per una scrittura filiforme; Citofein per la scrittura corsiva; Steno per la sua flessibilità è ideale per il corsivo inglese
Articolo aggiornato il:
Buongiornooo Anna, cosa penso?!?!??
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Non posso che ringraziare e ringraziare per quanto pubblica e condivide. Nonché bellissima cancelleresca e carte molto eleganti.
Buon proseguimento per tutto
Buongiorno Laura! Grazie di cuore per questo bel messaggio che mi sprona ancor di più a continuare. Grazie grazie grazie!