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Nell’articolo dedicato alla Cancelleresca abbiamo visto che questa scrittura nasce sul finire del 1400 e che i primi manuali su come imparare a scriverla, sono stati una novità dovuta all’introduzione della stampa a caratteri mobili.
Dal 1522, anno di pubblicazione dell’Operina […] di Ludovico Vicentino degli Arrighi, primo manuale su come imparare a scrivere le lettere Cancelleresche, si assiste ad un progressivo aumento di pubblicazioni similari.
Quello che sfugge alla nostra mente, quando ci troviamo di fronte ad un manuale di questo tipo, è che il lasso di tempo tra la pubblicazione di un calligrafo e un altro (ma a volte anche dello stesso calligrafo) può essere di qualche anno ma anche di decine di anni.
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Può la nostra mente immaginare
come può cambiare la scrittura in 20 o 30 anni?
E dopo 100 anni, come può diventare?
E se ci spostiamo da una nazione all’altra come ne viene
influenzata dalla relativa memoria scrittoria?
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Di fatto ogni manuale, anche redatto dallo stesso calligrafo (vedi Giovanni Francesco Cresci), presenta delle varianti di lettere estremamete interessanti.
Le pagine che vi mostro in questo articolo fanno parte dell’ Opera del Reverendo Padre Don Agostino da Siena (monaco certosino), pubblicata a Venezia nel 1573.
Son passati ben 51 anni dalla pubblicazione dell’Operina dell’Arrighi!
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Le regole che espone nel suo manuale sono le stesse dei suoi precedessori: i tre tratti con cui formare le lettere (seppur denominate in modo diverso); l’equa proporzione tra corpo del carattere, ascendenti e discendenti; la larghezza delle lettere pari alla metà dell’occhio del carattere; lo spazio tra una lettera e l’altra pari a quello bianco che intercorre tra le due aste della n.
Ma ci sono delle particolarità che non sono presenti in altri manuali: prima fra tutte, la distinzione tra maiuscole piccole e maiuscole grandi.
Nella pagina in alto, possiamo notare una serie di maiuscole piccole e due maiuscole grandi: la L del secondo capoverso e la F dell’ultimo. Entrambe sono grandi il doppio! E poi le prime varianti di lettera: una splendita F maiuscola e una g minuscola del tutto inusuale.
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Le maiuscole piccole Cancelleresche
In questa pagina l’autore ci illustra come tracciare le maiuscole piccole Cancelleresche da usare all’interno dei testi “che non sarebbe cosa convenevole né lodabile“ usare le maiuscole grandi. La lettera A risulta più alta rispetto alle altre ma lo è anche nella pagina dove illustra le maiuscole grandi.
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Le maiuscole Cancelleresche grandi
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Davvero insolita questa lettera D maiuscola. Tracciata probabilmente partendo da sinistra con uno o due tratti, risulta molto gradevole ed elegante.
Questa B maiuscola, a parte lo svolazzo superiore ben noto agli amanti della scrittura Cancelleresca, ha la particolarità della punta tipica della b minuscola e l’asta leggermente ondulata. Se nascondiamo la pancia inferiore, ci appare proprio una b minuscola.
Altra variante di lettera, questa volta per la presenza di un ricciolo alle spalle di questa bellissima E maiuscola.
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Una z minuscola molto ampia con lo svolazzo che torna indietro e il tratto finale della a minuscola allungato verso l’alto e poi curvato dolcemente verso il basso.
Anche questa g minuscola è una splendida variante: molto allungata verso il basso con un nodo incrociato perfettamente armonico.
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E che dire di questa a minuscola e delle successive T maiuscole?
Altra particolarità di questo autore è proprio l’uso frequente del nodo d’amore detto anche nodo Savoia. Ce ne sono tantissimi e e son tutti tratteggiati in modo eccelso.
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Un’altra singolarità sono gli inserimenti decorativi sul finire delle aste, sia ascendenti che discendenti (come nella S maiuscola in alto e nella g minuscola in basso).
Molto bella anche questa R maiuscola. Tra i vari manuali che ho potuto visionare, solo in uno ho trovato una P maiuscola eseguita con questa sorta di spirale che parte dall’estremità superiore dell’asta ma mai una R.
Questa g minuscola è di una grazia senza paragoni!
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Le legature
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Nelle scritture corsive, la legatura è il tratto che unisce una lettera all’altra.
La scrittura Cancelleresca non ne ha molte e spesso, come nell’esempio a lato, sono legature di testa.
In alto, le legature tra le lettere –f f e– e –c t i-; in basso, molto particolare la legatura del “Che” dove la lettera h ingloba la e. E di seguito le legature tipiche della doppia s, st, sp, ss, et, tt. Non sono presenti le legature della doppia l e doppia b che in genere sono simili a quella della doppia f.
In questo manuale non c’è mai una maiuscola uguale all’altra e quindi di varietà di lettere ce ne sono davvero tante.
Nell’esempio qui a lato, in basso, una legatura insolita lega la lettera E maiuscola con la lettera x.
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“Cancelleresca doppia”
Molto elegante anche la Cancelleresca contornata o doppia, come la definisce l’autore e di cui inserisco alcuni dettagli.
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E per finire, una pagina deliziosa che pur non avendo nulla a che vedere con la scrittura Cancelleresca, fa sempre parte del medesimo manuale. La presenza di una sorta di tortiglione sulle aste sia ascendenti che discendenti (che potete vedere ingranditi in basso), caratterizza fortemente questa scrittura rendendola davvero unica, fatta eccezione per la lettera A maiuscola che, a mio parere, ha un cappello decisamente poco armonico.
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